26 settembre 2019
Caso Cappato: la Corte costituzionale dichiara la non punibilità dell’aiuto al suicidio in presenza di determinate condizioni
Ufficio stampa della Corte costituzionale, comunicato del 25 settembre 2019
Diamo immediata notizia ai lettori, data la sua rilevanza, del comunicato stampa con cui la Corte costituzionale informa della decisione assunta nell'ambito del "caso Cappato" all'esito della camera di consiglio del 25 settembre 2019, in seguito al rinvio di un anno nella trattazione della questione di legittimità disposto con ord. n. 207/2018.
Si riporta di seguito il testo integrale del comunicato:
"La Corte costituzionale si è riunita in camera di consiglio per esaminare le questioni sollevate dalla Corte d’assise di Milano sull’articolo 580 del Codice penale riguardanti la punibilità dell’aiuto al suicidio di chi sia già determinato a togliersi la vita.
In attesa del deposito della sentenza, l’Ufficio stampa fa sapere che la Corte ha ritenuto non punibile ai sensi dell’articolo 580 del codice penale, a determinate condizioni, chi agevola l’esecuzione del proposito di suicidio, autonomamente e liberamente formatosi, di un paziente tenuto in vita da trattamenti di sostegno vitale e affetto da una patologia irreversibile, fonte di sofferenze fisiche o psicologiche che egli reputa intollerabili ma pienamente capace di prendere decisioni libere e consapevoli.
In attesa di un indispensabile intervento del legislatore, la Corte ha subordinato la non punibilità al rispetto delle modalità previste dalla normativa sul consenso informato, sulle cure palliative e sulla sedazione profonda continua (articoli 1 e 2 della legge 219/2017) e alla verifica sia delle condizioni richieste che delle modalità di esecuzione da parte di una struttura pubblica del SSN, sentito il parere del comitato etico territorialmente competente.
La Corte sottolinea che l’individuazione di queste specifiche condizioni e modalità procedimentali, desunte da norme già presenti nell’ordinamento, si è resa necessaria per evitare rischi di abuso nei confronti di persone specialmente vulnerabili, come già sottolineato nell’ordinanza 207 del 2018.
Rispetto alle condotte già realizzate, il giudice valuterà la sussistenza di condizioni sostanzialmente equivalenti a quelle indicate."
In attesa del deposito delle motivazioni, la vicenda può essere ripercorsa consultando i contributi sul "caso Cappato" pubblicati in questa Rivista e riportati in ordine cronologico nella colonna a lato.
(F.L.)