ISSN 2039-1676


9 maggio 2018 |

Manifestazioni fasciste e apologia del fascismo tra attualità e nuove prospettive incriminatrici

In vista della pubblicazione su Diritto penale contemporaneo – Rivista trimestrale, il presente contributo – qui pubblicato in anteprima – è stato sottoposto in forma anonima, con esito favorevole, alla valutazione di due revisori esperti. 

 

Abstract. Con un recente arresto la Suprema Corte (Sez. 1, n. 8108 del 14.12.2017, dep. 20.2.2018) ha escluso la configurabilità del delitto di cui all'art. 5 delle legge 20 giugno 1952 n. 645 (“manifestazioni fasciste”) con riferimento a condotte tipiche ed usuali del disciolto partito fascista, quali la "chiamata del presente" ed il cd. "saluto romano", poste in essere nel corso di un corteo pubblico per finalità puramente commemorative di tre defunti, vittime di una violenta lotta politica. L’orientamento di legittimità è l’occasione per un approfondimento del dibattito legato alla attualità delle disposizioni in tema di manifestazioni fasciste e di apologia del fascismo (artt. 4 e 5 della legge 20 giugno 1952, n. 645), tra garanzia del diritto alla libera manifestazione del pensiero ed esigenze di prevenzione della propaganda di idee di violenza fondate su dottrine che teorizzavano la superiorità o l'odio razziale o etnico, anche alla luce del reato di propaganda previsto dall’art. 3, comma 1, della legge 13 ottobre 1975, n. 654, ora art. 604-bis cod.pen. Il tutto alla luce delle sempre più pressanti spinte verso un ampliamento dell’area penale delle condotte che esteriorizzano l’idea del fascismo, oggetto del d.d.l. A.C. 3343, arenatosi nel dibattito parlamentare, che prevede l’introduzione del reato di propaganda del regime fascista e nazifascista, di cui al nuovo art. 293-bis del codice penale, onde ovviare alla insufficienza degli strumenti apprestati dal legislatore per la repressione dei “comportamenti individuali di propaganda”.

 

 

SOMMARIO: 1. Premessa. Le manifestazioni fasciste “commemorative”. Il saluto romano. – 2. L’articolato quadro normativo di riferimento. – 3. L’apparente contrasto applicativo in tema di delitto di manifestazione fascista. – 4. La soluzione interpretativa offerta dalla Suprema Corte. – 5. L’oggettività giuridica della condotta di apologia del fascismo nel bilanciamento tra valori costituzionali in conflitto. – 6. La condotta di propaganda di ideologia del disciolto partito fascista. – 7. L’estensione delle condotte punibili. Il d.d.l. sulla nuova fattispecie di cui all’art. 293-bis cod. pen.